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NOLEGGIO LUNGO TERMINE
Renault
La Renault viene fondata ufficialmente il 25 febbraio 1899 dal giovane ingegnere Louis Renault e dai suoi fratelli Marcel e Fernand. Nel 1903 l’azienda inizia a fabbricare in proprio i motori e due anni dopo fornisce ad una società di trasporti di Parigi ben 1.500 AG1 destinate ad essere usate come taxi.
Grazie alla bontà delle automobili prodotte e ai trionfi nelle competizioni sportive (nel 1906 una AK guidata dall’ungherese Ferenc Szisz si aggiudica il primo GP della storia, quello di Francia a Le Mans) nel 1908 la Casa transalpina diventa il primo costruttore del suo Paese.
Il primo dopoguerra
Dopo la Prima Guerra Mondiale la Renault amplia la propria attività costruendo – oltre alle automobili e ai veicoli commerciali – anche mezzi agricoli e macchinari industriali. Negli anni Venti e Trenta le vetture francesi – non particolarmente innovative dal punto di vista tecnico – si rivelano estremamente affidabili.
La Seconda Guerra Mondiale
Nel 1940, in una Francia occupata dalla Germania, la Régie si rifiuta di costruire carri armati per l’esercito tedesco ma collabora comunque con i nazisti assemblando furgoni. Due anni più tardi la fabbrica di Billancourt viene distrutta dai bombardamenti britannici e nel 1944 lo stabilimento viene ricostruito.
Louis Renault viene condannato per collaborazionismo, l’azienda da lui fondata viene requisita e – nel 1945 – nazionalizzata dal Governo provvisorio diretto da Charles de Gaulle.
Il secondo dopoguerra
Al termine della Seconda Guerra Mondiale la Casa francese viene affidata all’ingegnere (ed ex-partigiano) Pierre Lefaucheux, il quale – andando contro al Ministero della Produzione Industriale che chiede alla Régie di produrre solo veicoli commerciali – lancia nel 1947 la 4CV, veicolo che ottiene un grandissimo successo di pubblico.
Il periodo a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta porta grandi soddisfazioni alla Renault: nel 1956 viene svelata la Dauphine, nel 1961 tocca alla versatile 4 e nel 1965 è la volta della 16, primo modello del brand francese ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno.
Gli anni Settanta e Ottanta
Gli anni Settanta si aprono con la presentazione della piccola 5 nel 1972, seguita nel 1975 dall’ammiraglia 20 (che nel 1982 conquista la prestigiosa Parigi-Dakar). Nel decennio successivo tocca alla 9 del 1981 (Auto dell’anno 1982) e alla Espace, che nel 1984 lancia nel Vecchio Continente la moda delle monovolume.
La rivoluzione degli anni Novanta
Renault rivoluziona il segmento delle cittadine alla fine del XX secolo con la piccola Clio (1990, Auto dell’Anno 1991) e la citycar Twingo (1992). Nel 1996 – in concomitanza con il lancio della mamma di tutte le monovolume compatte, la Mégane Scénic (Auto dell’Anno 1997) – l’azienda viene privatizzata e tre anni più tardi sigla un accordo con Nissan e acquista la maggioranza del pacchetto azionario della Dacia.
Il presente
L’inizio del XXI secolo è contraddistinto dalla sicurezza – la seconda serie della berlina Laguna, svelata nel 2000, è la prima auto di sempre a conquistare le cinque stelle nei crash test Euro NCAP – e da una serie di vetture caratterizzate da un design originale come la seconda generazione della Mégane del 2002 (Auto dell’Anno 2003).
A metà dello scorso decennio – nel 2005 e nel 2006, per la precisione – la Renault ottiene i risultati sportivi più importanti: grazie a Fernando Alonso vince quattro Mondiali F1 (due Piloti e due Costruttori).
Nel 2006 la terza serie della Clio – mostrata l’anno prima – diventa l’ultima vettura della Régie ad essere nominata Auto dell’Anno mentre l’alleanza con Mercedes siglata nel 2010 consente al brand transalpino di espandere ulteriormente i propri orizzonti.
Zoe
Twingo
Clio
Lunga appena 361 cm, la Renault Twingo è una citycar simpatica e originale, tanto che si fatica a intuire che è stata sviluppata congiuntamente alla Smart forfour; è disponibile anche con un ampio tetto apribile in tela (un optional simpatico, ma che incrementa i fruscii quando si viaggia in autostrada). Il motore sistemato fra le ruote posteriori, quelle cui è affidata la trazione, e il passo relativamente lungo (249 cm) hanno permesso di ricavare un abitacolo spazioso: omologata per quattro persone e provvista di cinque porte (quelle dietro hanno le maniglie mimetizzate nelle cornici dei finestrini), questa citycar non fa viaggiare scomodi nemmeno sul divano. Piacevoli e ben fatti (per una citycar) gli interni, con la plancia e la consolle personalizzabili con inserti colorati, anche abbinati al rivestimento in due tonalità dei sedili. Per la versione di punta sono inclusi nel prezzo pure il volante in pelle, il sedile di guida regolabile in altezza e quello del passeggero che si può chiudere “a portafoglio”, facilitando il carico di oggetti molto lunghi, ed è disponibile il sistema multimediale “evoluto” con schermo di 7” a colori nella consolle (che mostra pure le immagini della telecamera posteriore). Non altrettanto positivo il giudizio sul bagagliaio della Renault Twingo, la cui capacità è penalizzata dall’ingombro della sottostante meccanica (e, soprattutto nelle versioni turbo, il contenuto del vano tende a riscaldarsi). Si può scegliere fra due motori, entrambi tricilindrici a benzina: il 1.0 da 65 CV è regolare nel funzionamento, ma poco vivace e non molto economo; lo 0.9 turbo (da 92 cavalli) è invece un po' brusco, ma spinge forte pur consumando di meno; per ridurre i costi di utilizzo, non manca una versione a Gpl (per ora, nella versione pre-restyling). In alternativa al cambio manuale a cinque marce, le versioni con alimentazione a sola benzina possono avere il robotizzato a doppia frizione EDC. Quest'ultimo è comodissimo e fluido, ma quando si parte ai semafori reagisce con una certa flemma.
La Renault Zoe è un’utilitaria elettrica a cinque porte dalle forme tondeggianti e paciose. Lunga 408 cm, all’incirca quanto la Clio (con cui non condivide nessun elemento), misura però ben 156 cm di altezza, 12 in più: l’abitacolo è infatti rialzato, per far posto alle batterie (agli ioni di litio e con 52 kWh di capacità) poste sotto al pavimento. Queste ultime sono fornite insieme alla macchina, ma si può risparmiare parecchio all'acquisto scegliendo di noleggiarle dalla Renault in cambio di un canone mensile (disponibili varie soluzioni in base alla percorrenza annua). Gli interni sono spaziosi - se necessario si viaggia in cinque senza grossi sacrifici - e piuttosto accattivanti; con l'aggiornamento di metà 2019, sono diventati più curati e moderni. Grande il bagagliaio, che va da 338 a 1225 litri. Scattante grazie ai 109 o ai 136 CV del motore elettrico (che non ha bisogno del cambio, sicché basta selezionare la marcia avanti o la “retro”), la Zoe è piacevole da guidare e talmente silenziosa a bassa velocità che, per allertare i pedoni, si attiva un emettitore di suoni. L'autonomia è più che buona (prossima ai 400 km omologati per entrambe le versioni). I tempi di ricarica variano in funzione del tipo di "presa" a cui si collega la vettura. Per fare un paio di esempi, sfruttando una colonnina pubblica a corrente continua che dia almeno 50 kW (questa possibilità richiede un caricatore optional), basta un'ora e 10 minuti per arrivare all'80%; con una wallbox in corrente alternata monofase, ma comunque dalla buona potenza di 7,4 kW, servono invece nove ore e 25 minuti per passare dallo 0 al 100%. Se, invece, si dispone solo di un contatore "normale", 30 ore non sono sufficienti per un "pieno" di corrente completo.
Tutta nuova, la quinta generazione dell’utilitaria francese riprende lo stile dinamico del modello precedente, evolvendolo. La vera rivoluzione è all’interno, sia per il design più accattivante della plancia, su cui svetta lo schermo (di 7 o 9,3 pollici) del moderno sistema multimediale, sia per le finiture più curate. Salvo che per la versione base Life (fa pagare pagare anche il “clima” e monta una radio di tipo tradizionale) e per la Zen, è di serie il cruscotto digitale configurabile con un display di 7 pollici (a richiesta, di 10”). La dotazione tecnologica comprende, a seconda degli allestimenti, la ricarica wireless per i telefonini, il navigatore e soprattutto tanti sistemi di assistenza alla guida. Tutte le versioni della Nuova Clio hanno la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti (anche di notte) e il sistema di mantenimento in corsia, oltre al cruise control. Tra le opzioni, i sensori per l’angolo cieco dei retrovisori e per le versioni automatiche addirittura la guida autonoma di livello 2: regola velocità e distanza dagli altri veicoli, e tiene l’auto al centro della corsia (a patto comunque di avere almeno una mano sul volante). L’abitabilità è abbastanza buona, come pure la capienza del bagagliaio. Il piano di carico si regola su due livelli, ma resta ad almeno 15 centimetri sotto la battuta del portellone (che è distante ben 78 cm da terra).
Megane Grand Coupè
Megane
Megane Sporter
Cinque porte piuttosto slanciata e "muscolosa", la Renault Mégane è resa subito riconoscibile dalle luci di forma inconsueta: quelle posteriori sono sottili e larghe quasi quanto l'auto, mentre i fari si estendono verso il basso con le "virgole" luminose delle luci diurne. L'abitacolo, semplice ed elegante, è rifinito con notevole cura e si caratterizza per il cruscotto con lo strumento più grande di tipo digitale. La consolle ospita il sistema multimediale, che si aziona in maniera intuitiva: il display (ampio, a sviluppo verticale e con ottima risoluzione) è di tipo "touch" e include funzioni tipiche dei tablet, come il cambio pagina facendo scorrere un dito e lo zoom grazie all'avvicinamento (o allontanamento) di due polpastrelli. I sedili sono molto comodi e lo spazio è buono per quattro, ma dietro c'è poco agio per i piedi; ampio il bagagliaio, ma dall'accesso scomodo. Su strada, le doti principali delle Renault Mégane non contraddistinte dalla sigla GT sono i bassi consumi e il comfort. Si tratta, infatti, di auto silenziose, che assorbono dolcemente lo sconnesso e che si guidano "con due dita". La stabilità è molto buona e le manovre di emergenza vengono affrontate con assoluta nonchalance: sui percorsi veloci, si viaggia "alla grande". Quando si affrontano sportivamente le curve più strette, invece, viene a galla un'agilità non proprio eccezionale. Lo sterzo non è dei più diretti e, guidando "alla garibaldina", le ruote davanti allargano sensibilmente al traiettoria. Il discorso non vale per la corsaiola R.S., che, grazie al retrotreno sterzante e alle sospensioni irrigidite, ha una maneggevolezza eccezionale. Il comfort di queste ultime vetture, discreto in assoluto, è più che buono per delle berline dalle prestazioni brillanti. Chi ama le auto scattanti, comunque, sarà già soddisfatto con le 1.3 TCe da 159 cavalli. Validi, pur se non così vivaci, anche gli altri motori meno potenti.
La versione a quattro porte e con il baule separato dall'abitacolo della Mégane è lunga 463 cm, ha un aspetto classico ma anche un notevole slancio: la linea filante del tetto e del lunotto fortemente inclinato (non offre una gran visibilità) conferiscono alla vettura un look quasi da coupé: da qui il nome. Nonostante la carrozzeria grintosa, nella Renault Mégane Grand Coupé quattro adulti viaggiano comodi, e nel baule c'è ampio spazio per i bagagli (550 litri). L'abitacolo, ben accessibile, ricalca quello delle altre Mégane. Presenta finiture di buon livello e una moderna consolle, quasi del tutto occupata dal grande schermo (7" o 8,7") da cui si comandano i servizi di bordo (richiede un minimo di apprendistato per essere utilizzato a dovere). Fra le poche sviste, il tasto del cruise control fra i sedili: in posizione arretrata e "strana". Manca anche un tasto esterno per aprire il baule (la cui bocca di carico è poco sviluppata in altezza: appena 44 cm): la serratura si sblocca dal telecomando della chaive, con il tasto a sinistra della plancia o passando il piede davanti al sensore sotto il paraurti. Nella guida l'auto risponde in modo fluido, con sterzo e cambi precisi (c'è anche quello robotizzato EDC), e una tenuta di strada sicura ("ferme" le sospensioni, che non penalizzano il buon comfort).
La versione wagon della media francese si chiama Renault Mégane Sporter. Più lunga di 27 centimetri rispetto alla berlina e con un passo (la distanza fra ruote anteriori e posteriori) superiore di 4,3 centimetri, ha una linea moderna ed equilibrata; segni distintivi sono le luci anteriori "a C" e quelle posteriori a sviluppo orizzontale, nonché la base dei finestrini che sale con decisione andando dal parabrezza verso il lunotto. Gli interni sono ben fatti e poco elaborati, con lo strumento al centro del cruscotto di tipo digitale (dall'allestimento Duel2 in su) e la consolle che, nelle versioni più ricche, ospita un ampio display che serve per navigatore, radio, telefonino e impostazioni generali della vettura (come modalità di guida, illuminazione d'ambiente e climatizzazione). C'è spazio in abbondanza davanti e dietro per quattro adulti; l'imbottitura del divano, soffice anche al centro, consente di starci discretamente anche in tre. Il bagagliaio, molto ben rifinito, è ampio in senso assoluto ma non tra le wagon medie; alcune rivali dispongono di una decina di centimetri in più in profondità. La praticità, comunque, è ok: c'è un ampio vano sottostante, il pianale si può mettere su due altezze diverse, l'accessibilità è molto buona e le Mégane Sporter più equipaggiate hanno anche le levette per reclinare il divano a distanza, e lo schienale anteriore destro che si ripiega a libro (270 i cm disponibili). Su strada, se si escludono le versioni GT (con tutte le ruote sterzanti e i motori più potenti, sono molto veloci e maneggevoli), la dote più evidente è il comfort: sono auto silenziose e che passano senza sobbalzi sui fondi dissestati. La guida è agevole e abbastanza precisa, ma non sportiva: affrontando le curve con grinta, lo sterzo si appesantisce e la risposta diventa "elastica". Nell'ampia gamma di motori disponibili, spicca il 1.5 dCi da 116 cavalli: ha un brio più che sufficiente, ma soprattutto è molto omogeneo nella risposta e garantisce consumi limitati.
Talisman
Kangoo
Talisman Sporter
La Renault Talisman Sporter è una station wagon dalle dimensioni impegnative, appena superiori a quelle della berlina: 487 cm di lunghezza (due in più), 187 di larghezza e 147 di altezza. Ben proporzionata, ha il portellone parecchio inclinato e grandi montanti posteriori (che penalizzano la visibilità posteriore). La capacità di carico è notevole e lo spazio per le valigie non manca (comoda anche la soglia di carico a soli 58 cm da terra). L'abitacolo ospita comodamente anche cinque adulti; davanti si può contare su sedili ampi e ben imbottiti (suppliscono a una certa rigidità delle sospensioni), e anche dietro non ci si può lamentare (si possono allungare le gambe e lo spazio sopra la testa è notevole). La plancia, dalle forme lineari, ospita un cruscotto facile da leggere, con due strumenti a lancetta laterali e un display al centro. Lo schermo a sfioramento di 8,7” nella consolle consente di gestire il “clima” bizona e il sistema multimediale. Nonostante la mole, se munita delle ruote posteriori sterzanti la Renault Talisman Sporter si rivela molto maneggevole.
Berlina a quattro porte di una certa eleganza e personalità (per via soprattutto delle luci di forma elaborata), la Renault Talisman ha dimensioni rilevanti: è lunga poco meno di cinque metri. Ne trae vantaggio lo spazio a disposizione dei passeggeri e, soprattutto, dei bagagli: il baule è profondo circa 120 centimetri, e si può ampliare reclinando lo schienale del divano. L'auto è complessivamente ben rifinita, anche se la semplicità della plancia e dei pannelli non rende giustizia alla bontà dei materiali utilizzati e degli assemblaggi. Elementi distintivi dell'abitacolo sono il semplice cruscotto parzialmente digitale e la consolle occupata quasi per intero dal display a sfioramento di 8,7" ad alta risoluzione. La guida della Talisman dipende dalla presenza o meno del sistema Multi-Sense 4Control (che include sospensioni elettroniche, quattro ruote sterzanti, cerchi di 19" e possibilità di scegliere fra diverse modalità di guida). Se non c'è, il comfort sullo sconnesso è molto buono e la guida sicura e gradevole, ma non particolarmente dinamica. Se invece è presente, l'auto diventa un po' rigida sulle buche ma acquista una maneggevolezza e una precisione di risposta da auto sportiva. Fluidi, ma non rapidissimi, i cambi robotizzati a doppia frizione, mentre quello manuale ha innesti dolci con corsa della leva piuttosto lunga.
La Renault Kangoo è una spaziosa multispazio a cinque posti dalle forme gradevolmente arrotondate e ancora moderne. Lunga 428 cm, è basata sulla piattaforma della vecchia Scénic e dispone di un abitacolo davvero luminoso, ampio e versatile. Comode le portiere posteriori scorrevoli e le barre sul tetto (optional o di serie, in base all'allestimento) che ruotano anche di 90° trasformandosi in portapacchi. Delude, invece, la qualità delle plastiche, che sono dure e hanno un aspetto poco robusto. La gamma comprende due versioni turbodiesel, con l'economo 1.5 dCi nelle versioni da 95 o 116 CV.
Grand Scenic
Scenic
Espace
La Renault Grand Scénic è la versione più lunga (di 22 cm) e a sette posti della Scénic, dalla quale si differenzia anche per la forma del portellone e delle luci posteriori e per la presenza (allestimento Zen escluso) delle barre sul tetto; ciò detto, rimane una monovolume personale e filante, grazie anche alle grandi ruote di 20 pollici (realizzate appositamente per le Scénic, non comportano spese maggiori quando si devono cambiare i pneumatici). Alla guida, la Renault Grand Scénic ha un pizzico di agilità in meno della "sorella minore", ma rimane una delle monovolume più gradevoli, precise e sicure nell'affrontare i tratti tortuosi; si guida senza problemi anche in città, dove la visibilità anteriore, favorita dai montanti sottili, è ottima (a differenza di quella attraverso il lunotto). Bene anche il comfort, che risente un po' solo dei fruscii aerodinamici (si avvertono dai 90 km/h in su). L'abitacolo è moderno, con il cruscotto digitale negli allestimenti più ricchi, l'ampia consolle centrale col display dell'impianto multimediale e la leva del cambio rialzata. Numerosi anche i portaoggetti, ma in fase di apertura il cassetto si catapulta contro le ginocchia del passeggero anteriore, mentre portando avanti il "cassettone" scorrevole posto fra i sedili si rischia di far cadere le bottiglie contenute nei portabibite (che vanno a finire sotto la consolle). L'abitabilità è migliore che nella Scénic, non solo per la presenza di due posti in più (di accettabile comfort nei tratti non molto lunghi), ma anche perché chi siede in seconda fila ha più spazio per le gambe. Insomma, la Grand Scénic è comoda per cinque adulti, e ha due posti supplementari confortevoli per dei ragazzini. Il bagagliaio è profondo ma l'altezza risente dei due sedili a scomparsa sotto il pianale, mentre la fila centrale è composta da un divanetto affiancato da una poltroncina singola (entrambi scorrevoli e reclinabili senza alcuna fatica); la praticità è buona, ma non quanto nel vecchio modello (che aveva tre sedili separati e smontabili).
La linea della quarta serie della Renault Scénic riprende fedelmente quella del prototipo R-Space del 2011: è una monovolume media particolarmente moderna, filante e personale. Parte della riuscita estetica dipende anche dall'adozione della ruote di 20 pollici per tutte le versioni, che "riempiono" molto bene la fiancata. Di solito, ruote con un diametro così grande sono anche larghe; ne derivano un maggior costo del ricambio e un peggioramento dei consumi e delle prestazioni, dovuti al maggior attrito sull'asfalto e all'aerodinamica meno favorevole. Tutti problemi che in questo caso non ci sono: le gomme, infatti, sono realizzate appositamente per la Scénic, abbinando un grande diametro a una larghezza contenuta. Alla guida, queste ruote "strane" non sembrano creare problemi: la Renault Scénic è una delle monovolume più maneggevoli e precise nell'affrontare le curve. Lo sterzo leggerissimo a bassa velocità richiede un po' di abitudine, ma quando l'andatura cresce il "servo" lavora meno, e il volante richiede quel pizzico in più di sforzo che aiuta nella guida. Tuttavia, nelle manovre più brusche, nelle emergenze, il retrotreno perde aderenza per qualche istante prima che il controllo elettronico della stabilità rimetta in linea la vettura. L'abitacolo è moderno, con il cruscotto completamente digitale in molte versioni, l'ampia consolle centrale con comoda leva del cambio rialzata e una gran quantità di portaoggetti (inclusi gli ampi pozzetti sotto il pavimento). Giudizio buono per qualità dei materiali e discreto per precisione nelle finiture, mentre la capienza del bagagliaio è notevole; trattandosi di una monovolume, però, l'abitabilità posteriore non è un granché (l'auto ospita con un certo comfort al massimo cinque persone di statura media). E, diversamente che nei vecchi modelli, dietro non ci sono tre sedili singoli e smontabili, ma un divanetto a due posti affiancato da un sedile (entrambi scorrevoli e reclinabili); la praticità, quindi, è apprezzabile ma inferiore a prima. La scelta di motori è ampia, a benzina e a gasolio. I primi sono regolarissimi, silenziosi, e, nelle versioni più potenti, anche brillanti; tutti molto economi e silenziosi i diesel.
Lanciata nel 2015, l’attuale generazione della Renault Espace ha smesso i panni della monovolume (che la contraddistinguevano da tre decenni) per assumere le forme di una più filante crossover. Anche se la carrozzeria rialzata (la luce a terra è di 16 cm), i finestrini rastremati e i cerchi di diametro elevato la fanno apparire relativamente compatta, a bordo offre lo spazio che ci si aspetta da una vettura lunga 485 cm e un bagagliaio adeguatamente ampio (660 litri con cinque posti in uso). Previste sia la possibilità di ripiegare elettricamente nel pavimento le tre poltrone della seconda fila (ottenendo un vano fino a 2040 litri con pavimento piatto), sia di aggiungere (con sovrapprezzo) due strapuntini in terza fila per portare a sette i posti totali. Dell’abitacolo colpisce anche lo stile avveniristico: i principali servizi di bordo si gestiscono non da comandi “fisici” ma dall’ampio schermo stile tablet di 8,7” nella plancia, e il cruscotto digitale cambia grafica e colori in base alle impostazioni del sistema Multi-Sense. Quest’ultimo – di serie a partire dall’allestimento intermedio Executive – offre quattro modalità (Eco, Comfort, Neutro, Sport) più una personalizzabile che influiscono sulla risposta del motore (anche a livello di sonorità), dello sterzo e – se presenti – cambio robotizzato e sospensioni intelligenti. La Renault Espace meno potente è la 2.0 turbo a gasolio da 160 CV , alla quale si affiancano la versione da 200 CV e la molto scattante 1.8 turbo a benzina da 225 CV. Per tutte, il cambio è un robotizzato a doppia frizione (a 6 rapporti sulle diesel, a 7 per la 1.8 a benzina).
Captur
Koleos
Kadjar
La seconda generazione della crossover francese è realizzata sulla base della piattaforma CMF-B (la stessa della nuova Clio, utilizzata anche per la "cugina" Nissan Juke), è lunga 11 cm più del vecchio modello (ora arriva a 423 cm) e ha un passo accresciuto di 3 cm (da 261 a 264). Le forme della Renault Captur mantengono l'equilibrio che contraddistingueva la prima edizione, ma acquistano maggiore grinta, grazie alla grande presa d’aria nel paraurti, alle inedite luci diurne a “C” e alle evidenti nervature sul cofano. Le fiancate scavate nella parte bassa, con la linea alla base dei finestrini che risale verso la coda, e il tetto che scende verso la parte posteriore fino ad appoggiarsi sul terzo montante, danno slancio. E a rendere personale la coda ci sono i fanali che riprendono il motivo “a C” di quelle frontali, accentuandolo, e il lunotto piccolo e molto inclinato. Di grande impatto gli interni, che appaiono più moderni e meglio rifiniti, con la plancia su due livelli e la consolle rivolta verso il guidatore, che, nella versione con la corta leva del cambio automatico, appare quasi sospesa sopra un pratico vano portaoggetti. Migliorati i materiali (con plastiche morbide per la plancia) e le finiture. Convincono anche la strumentazione digitale configurabile di 10,2" e il display verticale di 9,3" del sistema multimediale delle versioni più ricche. L'abitacolo è spazioso, le poltrone sono ampie e ben sagomate e il divano offre parecchio per le gambe di chi siede dietro. Comoda anche la posizione di guida. Notevole il baule, che grazie al divano scorrevole (una rarità nella categoria) di 16 cm consente di gestire al meglio lo spazio. Alta, però, la soglia di carico a 78 cm da terra. Bene la dotazione di sicurezza, che ora comprende parecchi sistemi di ausilio alla guida prima non disponibili, come la frenata automatica d’emergenza col riconoscimento di pedoni e ciclisti, il cruise control adattativo con la funzione Stop&Go che permette all’auto di seguire il traffico, frenando e accelerando da sola (la guida autonoma di livello 2), l’avviso dell’angolo cieco e la telecamera che riconosce i segnali stradali. I motori sono il 1.0 a benzina da 101 CV (anche a Gpl), il 1.3 da 131 e 154 e il 1.5 a gasolio da 95 e 116 CV. Nel 2020 si aggiungerà la versione ibrida ricaricabile E-Tech Plug-in da 160 CV combinati, col 1.6 a benzina e una batteria da 9,8 kWh: per la casa permette un’autonomia a zero emissioni di circa 45 km fuori città e 65 sulle strade urbane (in base al ciclo WLTP). La tenuta di strada è sicura, la stabilità elevata e lo sterzo piuttosto preciso, ma su fondi a scarsa aderenza manca un aiuto elettronico come il sistema Extended Grip, presente sul vecchio modello,
L'aggiornamento di metà carriera della crossover Renault Kadjar riguarda il frontale, con i nuovi paraurti (che fanno crescere la lunghezza da 445 a 449 cm), i fendinebbia a led, diversi cerchi in lega e una mascherina leggermente rivista. Ritocchi di dettaglio anche per l’abitacolo, che mostra rivestimenti di maggiore qualità ed è personalizzabile, tra l'altro, con elementi in alluminio satinato e sedili in Alcantara. Inedite le sedute delle poltrone anteriori estensibili, per un miglior supporto delle gambe. Cambiano anche i comandi degli alzavetro nelle porte e i tasti del clima, che ora integrano mini schermi con l'indicazione della temperatura impostata e della direzione dei flussi dell’aria. Rinnovato pure il display di 7” del sistema multimediale che, oltre a comprendere i comandi virtuali del navigatore e di vari servizi, consente di replicare alcune app degli smartphone (tramite Apple CarPlay e Android Auto). Adeguato alle esigenze di una famiglia il bagagliaio che, però, ha la soglia distante da terra (76 cm). La novità maggiore, però, è sotto il cofano, con l'arrivo del 1.3 TCe turbo a benzina da 140 e 159 CV (che sostituisce il 1.2), e il 1.5 dCi a gasolio da 114 CV, affiancato dal 1.7 da 150; quest'ultimo anche a trazione integrale. Disponibile il cambio automatico a doppia frizione. Per quanto riguarda la dotazione di sicurezza della Renault Kadjar, sono previsti (in base alle versioni e all’equipaggiamento) sistemi di assistenza alla guida quali la telecamera che legge la segnaletica stradale (e avvisa della presenza di limiti di velocità), l’allarme di involontaria uscita dalla propria corsia di marcia e la frenata d’emergenza automatica.
Classica e imponente, la Renault Koleos è una suv che condivide la base con la berlina Talisman e la crossover Espace. Si tratta di una vettura che punta molto sul comfort,e infatti è offerta solo col cambio automatico. Comunque, nonostante il peso elevato, si muove con una certa agilità anche sui percorsi tutti curve: il rollio c’è, ma non è fastidioso. L’accesso a bordo è comodo per gli ampi angoli di apertura delle porte. Ma l’abitacolo non brilla per personalità: la plancia (ben rifinita e realizzata in plastica morbida) è simile a quella delle altre Renault di fascia alta. Lo spazio abbonda in tutte le direzioni, in particolare per chi siede dietro: solo il mobiletto che sporge tra gli schienali anteriori ne toglie un po’ al centro del divano. In proporzione, è meno ampio (oltre che scomodo da caricare) il bagagliaio.
Alaskan
Grand Kangoo
Questo grande pick-up lungo 540 cm è stretto parente del Nissan Navara, dal quale si differenzia più che altro nel frontale, ridisegnato dagli stilisti della Renault. È omologato come autocarro e proposto solo in versione a doppia cabina (con quattro porte e cinque posti). L'abitacolo è spazioso e ha un'impronta prettamente automobilistica (evidente soprattutto nella forma della plancia). Però, lo schienale del divano è fin troppo verticale. Il cassone ha una portata di 960 kg ed è grande: 158 cm di profondità e fino a 156 di larghezza. L'Alaskan è offerto con il 2.3 turbodiesel da 163 o 190 CV, quest’ultimo anche con il morbido cambio automatico a sette rapporti. Le 4x4 progettate per un uso prettamente fuoristradistico sono inseribili manualmente con la manopola nella consolle: non si possono oltrepassare i 100 km/h e prevedono solo una ripartizione fissa fra i due assi che, alla lunga, può affaticare la trasmissione e usurare maggiormente i pneumatici. Come per altri pick-up, manca una modalità per il sistema di trazione integrale che permetta di trasferire automaticamente e in modo variabile parte del moto alle ruote anteriori quando quelle posteriori slittano. Una soluzione utile, per esempio, nella guida su asfalto bagnato. Detto questo, il Renault Alaskan ha valide doti nell'off-road e su strada si lascia condurre con più facilità di quanto le sue considerevoli dimensioni lascerebbero supporre (anche se lo sterzo non è un campione di leggerezza). Altro punto a favore, il comfort di buon livello.
Anche la Renault Grand Kangoo, variante a sette posti della multispazio francese, è stata oggetto di un riuscito restyling (a maggio 2013) che ne ha profondamente modificato la fisionomia del frontale. Aggiornandolo nello stile ai dettami stilistici dei più recenti modelli Renault. Lunga 39 cm in più della Kangoo normale, della quale riprende lo stile semplice e piuttosto piacevole, reso grintoso dalle bombature in corrispondenza dei passaruota, ha un passo più generoso (38 cm in più): così chi viaggia nella seconda fila di sedili – alla quale si accede facilmente grazie al varco di 63,5 cm garantito dalle portiere posteriori scorrevoli – ha 14,5 cm di spazio in più per le ginocchia. I due sedili indipendenti e removibili della terza fila, invece, sono gli stessi della seconda fila della Scénic, dunque comodi anche per una coppia di adulti. Quando non sono in uso, si può contare su 750 litri di baule, che salgono a 3400 rinunciando anche ai tre posti della fila centrale. Proposta esclusivamente con il 1.5 dCi a gasolio (nelle varianti da 90 o 110 CV, rispettivamente con cambio a cinque o a sei marce), la Renault Grand Kangoo offre discrete prestazioni ma predilige la guida tranquilla: le sospensioni sono tarate in funzione del comfort. Lo sterzo leggero agevola nella guida in città, e fra le curve la tenuta di strada è soddisfacente; consigliabile, comunque, l’aggiunta dei controlli elettronici di trazione e stabilità, che sono fra gli optional a pagamento. In listino c’è anche un’inedita versione elettrica, la “Z.E. Maxi Combi”, mossa da un motore da 60 CV, con batterie noleggiabili a parte.
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